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La tragedia di Lorenzo Parelli: essere intransigenti sulla sicurezza, non impoverire le possibilità formative per tanti giovani

La morte di Lorenzo Parelli, allievo del IV anno di un percorso duale nel settore della meccanica industriale, ci ha lasciati attoniti e addolorati; l’espressione del cordoglio e della solidarietà verso i suoi cari si accompagna alla richiesta di fare giustizia, individuando al più presto le responsabilità.

Su questa drammatica vicenda si sono registrate purtroppo anche polemiche e mistificazioni, in parte legate ad una conoscenza confusa dei modelli formativi (quello in questione è un percorso in modalità duale della Istruzione e Formazione Professionale), ed in parte espressione di una cultura che ancora oggi gerarchizza il sapere e il saper fare, attribuendo ad essi e ai percorsi ordinamentali in cui si traducono, diverso valore e differente legittimazione sociale.

Mettere in discussione radicalmente la relazione scuola-lavoro vuol dire negare che i saperi e le competenze si costruiscono anche al di fuori delle mura scolastiche; vuol dire negare ai ragazzi l’opportunità di adempiere al diritto-dovere di istruirsi e formarsi secondo il proprio stile di apprendimento, le proprie capacità e talenti; vuol dire illudersi che si proteggano di più i giovani, precludendo loro la possibilità di sperimentarsi nella complessità del reale.

In quest’ottica pensare di mettere i giovani “al riparo” non significa tutelarli, ma renderli più deboli quando dovranno affrontare la sfida dell’ ”essere adulti”.

I luoghi di lavoro infatti sono e resteranno rischiosi in sé. Per questo sono indispensabili le norme, i ruoli, le responsabilità, i controlli sulla sicurezza, per il cui rafforzamento complessivo la CISL, anche insieme agli altri sindacati confederali, rivendica da tempo norme, risorse, iniziative concrete e diffuse di informazione e formazione...Una infrastruttura normativa e organizzativa indispensabile, quindi, per prevenire, arginare, ridurre il rischio, sapendo che esso non potrà mai essere eliminato in sé.

Espellere la cultura del lavoro, la sua esperienza e conoscenza, dalla formazione dei giovani, non renderà nessuno più sicuro. E nessuno più uguale.

Sarebbe un grave arretramento anche rispetto a strategie ed obiettivi dell’Unione europea per la crescita e la coesione, ritrarsi rispetto alle esperienze di alternanza o superare il sistema duale che, oltre ad essere efficace contro l’abbandono e la dispersione, si sta affermando in questi anni come scelta vocazionale per migliaia di giovani.

La morte di Lorenzo è una tragedia immensa. Richiama ognuno a mettere in campo una più forte ed autentica responsabilità per l’effettiva applicazione e la rigorosa vigilanza sulle norme a tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro per tutti coloro che vivono quei luoghi: lavoratori, apprendisti, studenti, tirocinanti, e anche imprenditori.

Forma (l’associazione degli enti storici di Formazione Professionale di cui IAL fa parte) si è espressa su questo punto con rigore: la formazione e il rispetto della normativa sulla sicurezza sono elementi inderogabili di tutte le esperienze di alternanza e del duale e, come Enti di formazione, siamo i primi a rivendicare la integrale applicazione da parte delle aziende e una più forte vigilanza su questi temi da parte delle istituzioni.

In un momento drammatico, di fronte alla perdita di una giovane vita, non è stato facile poter comunicare efficacemente quanto sia importante, valida, anche appassionante, nonostante le difficoltà, l’esperienza dell’apprendimento basato sul lavoro che si realizza nel sistema duale e che sperimentiamo da anni in vari centri IAL del nostro Paese; una esperienza alla quale concorrono con professionalità docenti, coordinatori, tutor degli enti di formazione, in collaborazione con migliaia di aziende che accolgono questi studenti, mettendo in campo le loro risorse.

“Lorenzo era sereno, contento di andare in quell’azienda”. Con quanta forza sono arrivate le parole della madre di Lorenzo, assieme alla richiesta di non usare il suo nome per speculazioni!

Il cordoglio di questi giorni, per questa morte tragica e per il dolore di una famiglia, ma anche l’amarezza che proviamo, come agenzie educative, di fronte ad inaccettabili strumentalizzazioni, devono spingerci ad adempiere le nostre attività con una cura ancora maggiore, a chiedere con ancor più rigore il rispetto di ogni norma, a rivendicare con forza uguali opportunità, diritti uguali per tutti i ragazzi e le ragazze che incontriamo, affinché nessuno rimanga indietro, affinché nessuno possa essere chiamato ultimo.

Lo IAL, fondato già dagli anni ’50 dalla CISL e promosso per essere a servizio della formazione dei giovani e dei lavoratori, conosce la difficoltà di questo cammino ma intende proseguirlo con determinazione ed impegno, perché la formazione per e nel lavoro si affermi come fattore di crescita personale, come opzione educativa, come risorsa sociale.

 

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