La pandemia da Coronavirus di queste settimane, la grande emergenza dapprima sanitaria poi anche economica e sociale che ha colpito duramente il nostro paese, hanno mobilitato fin da subito forze politiche, economiche e sociali sia per l’efficace contrasto alla diffusione del virus, sia per la definizione di comuni strategie per la ripartenza dell’Italia e del suo sistema produttivo, fortemente indebolito dal pur necessario lockdwon voluto dal Governo sin dal mese di marzo.
Come moltissimi altri settori, a subire gli effetti di questa emergenza e della diffusa sospensione su tutto il territorio nazionale delle attività è stato anche, ineluttabilmente, il sistema della formazione professionale. Come avvenuto per le scuole statali, anche per i centri di formazione è stato infatti necessario lo stop delle attività, con pesanti ricadute sul piano organizzativo, ma anche e soprattutto economico e finanziario e forti disagi sul versante delle attività formative. Ciononostante, nell’agenda politica di questi giorni è sembrata mancare una riflessione specifica sul futuro della formazione professionale in Italia e sulla tenuta di un sistema che assolve ad un compito educativo ed istituzionale analogo alla scuola statale verso oltre 170.000 ragazzi e giovani italiani che frequentano i percorsi di IeFP, IFTS e ITS.
Per garantire a questi studenti gli stessi diritti dei ragazzi che frequentano le scuole statali e paritarie, per assicurare la continuità formativa, anche se con modalità da remoto, e per ridurre il rischio di dispersione, le Associazioni aderenti a Forma - che rappresenta gli Enti di Formazione Professionale italiani, fra cui lo IAL - hanno formulato una serie di proposte di emendamento al cosiddetto Decreto "Cura Italia”. Sono state altresì avviate importanti interlocuzioni per portare all’attenzione del Governo la situazione del sistema di IeFP e per ribadire come debba essere considerato, in questa fase complessa, uno delle aree prioritarie di intervento, per tutelare il diritto allo studio di tutti i giovani in obbligo di istruzione, ivi compresi gli studenti che frequentano i percorsi erogati dai centri di formazione professionale (CFP).
La Rete IAL, nell’ambito di Forma e in stretto raccordo con la CISL, continuerà a profondere il suo impegno anche nelle prossime settimane, affinché le istanze presentate confluiscano nel cosiddetto "Decreto Aprile" e portino allo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie per gli interventi richiesti.
Allo stesso modo, continueremo a presidiare il settore della formazione continua e ad interloquire con il sistema dei Fondi Interprofessionali, avendo registrato alcune carenze sul piano della regia e ritardi significativi nell’avvio della teleformazione, con il rischio crescente che la formazione non possa assolvere compiutamente al suo carattere di politica attiva del lavoro, necessaria per la permanenza e il reinserimento lavorativo delle persone nel mercato del lavoro.